Analisi di un sogno di Lovecraft L’insetto nel cervello
- Adriano Grazioli
- 4 giorni fa
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Uno scrittore prolifico
Bentornati e bentornate, amici e amiche carissime, oggi parleremo nuovamente del solitario di Providence, dedicandoci all’analisi e all’interpretazione di uno dei suoi sogni più interessanti. Tale analisi è possibile in quanto Howard teneva sempre traccia di sogni, pensieri e idee; li annotava nel suo Commonplace book: la speranza era quella di poterli rendere racconti veri e propri. La visceralità con la quale egli attinse al suo repertorio onirico è, per me, di grandissimo interesse. Cito, in maniera forse impropria, Lacan, uno degli psicoanalisti più importanti di sempre, dicendo che il nostro inconscio ci comunica qualcosa con il linguaggio dei sogni. Leggere ciò che è onirico vuol dire leggere l’inconscio della persona.
Vorrei proporvi uno scritto, nato da un piccolo scambio di carteggi tra lui e Barlow il 4 maggio del 1935. In esso è riportato un sogno, ribattezzato “l’insetto nel cervello” dallo stesso Lovecraft. Come vedrete, analizzare un sogno vuol dire immergersi in una serie di significati spesso apparentemente assurdi ma che, in modo latente o manifesto, cercano di comunicare sempre qualcosa al sognatore:
“Mentre camminavo per una regione rurale e familiare venivo improvvisamente attaccato da uno sciame di insetti dal rapido volo provenienti dal cielo. Erano minuscoli e affusolati e sembravano capaci di penetrare il mio cranio ed entrare nel mio cervello, come se la loro sostanza non fosse strettamente materiale. Non appena furono entrati nella mia testa la mia identità e il mio stato sembrarono diventare ambigui: ricordavano scene incredibili dirupi a picco illuminati da soli viola, edifici fantastici con murature ciclopiche, vegetazione fungosa e multicolore, forme indistinte che avanzavano a passi pesanti su pianure illimitate. Gradoni bizzarri di cascate, altissimi cilindri di pietra coperti da scale di corda simili alle griselle delle navi, corridoi labirintici affrescati geometricamente, curiosi giardini dalle piante irriconoscibili esseri amorfi ammantati di tuniche che parlavano con fischi non prodotti da organi vocali e innumerevoli eventi di natura varia e dal risultato non definito. Non potevo essere certo di dove esattamente fossi; ma c’era un senso potente di distanza infinita e di completa estraneità alla terra e alla razza umana e in nessun momento è accaduto realmente qualcosa e io ho compreso di stare sognando molto prima di essermi veramente svegliato. Dopo essermi alzato ho annotato il sogno nel mio libro nero.”

Analizzare l’inconscio
Gli elementi che caratterizzano maggiormente il sogno sono:
Impotenza del sognatore: Tutto è gigante, ciclopico. Inoltre, la stessa parola “ciclopiche” ha delle valenze simboliche di natura fallica, riconducibili a elementi paterni. Pensiamo ai pochi momenti di vita in cui Howard ha potuto vedere il padre e come egli debba essersi sentito. Da non trascurare anche il fatto che la madre dimostrò spesso dissenso nei confronti del genere del figlio, tant’è che non sono rari i racconti e le foto in cui Howard appare vestito con abiti femminili. L’idea del fallo non sufficientemente simbolizzato ben si lega successivamente anche ai suoi rapporti amorosi, spesso vissuti con ansia o disinteresse.
Cascate, gradoni e piante irriconoscibili: Una madre, di cui abbiamo parlato molto anche nel precedente articolo, dai connotati mostruosi e terribili. L’acqua ha da sempre una valenza materna, ci riporta al liquido amniotico nel quale siamo immersi prima di nascere e non è raro sognare di tornarci. Alla fine, il momento antecedente alla nascita e i primi mesi dopo il parto sono, non a caso, definiti “l’età dell’oro”, dove ogni necessità trova soddisfazione immediata (al pianto del bambino la madre lo allatta, lo cambia, ecc.).
Ambiguità di stato personale: Il sognatore perde conoscenza e limita la sua possibilità di agire nel mondo a causa di un insetto che gli penetra nel cervello. L’infezione mentale, abbastanza comune nei tratti paranoidei, la vediamo spesso nella vita di Howard. La matrice è sempre quella materna; risuona la sensazione di essere controllati e non poterci fare nulla. Un esempio pratico è dato dagli impedimenti materni nell’uscire con gli altri perché Howard risultava “troppo brutto” per farsi vedere fuori casa.
Come avete potuto notare, ho scelto di scorporare il sogno in punti che permettessero una chiara visione dall’alto anche per chi, giustamente, di psicanalisi non sia necessariamente pratico. Chiarisco, però, che un’analisi non implica porre sulla persona un’etichetta di alcun tipo. I sogni, come i meccanismi di difesa, non sono espressione di patologia, ma di funzionalità. Ci raccontano qualcosa sulla vita interna ed esterna della persona, con lo scopo di favorire anche una semplice introspezione.
Non smetterò mai di sottolineare come H. P. L. sia da sempre un ottimo soggetto per spiegare e favorire questo tipo di analisi.
Spero che questo articolo vi sia piaciuto!
Ecco tre consigli culturali full H. P. L. questa volta!
Il racconto Alle montagne della follia di H. P. Lovecraft, lo potete trovare in audiolibro su Youtube, letto dalla stupenda voce di Librinpillole.
Il videogioco Dagon, dove potrete ripercorrere la famosissima storia di H. P. L. in versione interattiva!
Il film Il colore venuto dallo spazio, uscito nel 2019. Un adattamento del racconto tra i più assurdi scritti dal Solitario.
Buon viaggio, cari lettori e care lettrici.
Alla prossima!
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